Metti che una notte certi prepotenti…
Metti che una notte (la notte tra il 28 e il 29 marzo 2023, poniamo) forse tre ladri, forse più, rubino a una scuola, svuotandone il laboratorio di informatica, una quarantina di pc. Allora magari tu mi dici “Veramente? Può succedere?” E io dico “Oh sì, certo che può, anzi è successo.” E tu: “E come?” E io: “Come, come? Forzando una tapparella, proprio quella giusta”. E allora tu fai “Quindi sapevano dove guardare?”. E io “Eh già, era certo qualcuno che la scuola la conosce”.
Oh cribbio.
Ma chi è stato? Magari è una banda che si è specializzata: perché furti così, di computer nelle scuole, ce n’è stati anche altrove. Non grandi criminali, comunque, si direbbe: quanto ci si ricava da dei pc usati? Se pensi a quel che rischi (per il furto aggravato, è il carcere) chissà se vale poi la pena…
Ma se invece che ladri professionisti fossero ragazzi? Oddio, se addirittura fosse qualcuno della scuola? Chissà, qualche ex alunno? Non che sia meglio. Perché il punto allora, cribbio, sarebbe che i modelli criminali attecchiscono, nel piccolo e nel grande. I nostri territori non sono mica privi di reti criminali che anch’esse, come dire, fanno scuola. Concorrenza sleale.
Lì per lì
Inutile girarci intorno: lì per lì si resta un po’ abbattuti. Rubare alla scuola è facile, ma è anche miserabile e cretino. Miserabile perché danneggi tutti, anche i piccoli, anche quelli che verranno dopo, anche gli alunni, poniamo, di un altr’anno, anche gli alunni, poniamo, che senza quei pc sono più in difficoltà. Ma rubare alla scuola è anche cretino, perché una comunità più povera è più povera per tutti, anche per i ladri. (A te non viene in mente Carlo Maria Cipolla, Allegro ma non troppo? Stupido è chi riesce, agendo, a danneggiare il prossimo e anche sé).
Noi siamo meglio, se siamo intelligenti
Ma poi accade che, dopo due tre giorni da quella notte lì, la corsa campestre della scuola si trasforma in una festa e i genitori sfornano una quantità di torte, e c’è calca per accaparrarsele dietro libera offerta; il ricavato, si sa che va in pc. E accade che qualche azienda del territorio regali pc usati in buone condizioni. E accade che si sperimenti una raccolta online e che le cose non vadano male affatto. E allora? E allora vuol dire che noi siamo di più. Che noi siamo anche meglio. Tu dici: “Veramente?”. Sì, veramente” “Ma perché?”. Perché il mestiere nostro, quando ci viene, non è di portar via, ma di aggiungere qualcosa. (A me, sai, viene in mente Carlo Maria Cipolla, Allegro ma non troppo: intelligente è quello che, agendo, fa bene a sé e agli altri).
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